In prossimità della ricorrenza della Giornata Internazionale delle Donne, l’associazione il Filo di Eloisa organizza la presentazione del libro di Bianca Pomeranzi Femministe di un unico mondo, Fandango 2024, uscito postumo a cura di Carla Cotti. La presentazione avverrà il 7 marzo 2025 alle ore 17.00 presso Lo Scalo Community Hub, Via Sette Martiri 49, Orvieto Scalo. Interverranno Carla Cotti, giornalista e curatrice del libro; Elvira Federici, Società Italiana delle Letterate e redazione della rivista Leggendaria; introdurrà Ornella Cioni, Presidente del Filo di Eloisa-Associazione Eloisa Manciati. Letture a cura del Filo di Eloisa. Alla fine dell’incontro verrà offerto un aperitivo.
Nel volume Femministe di un unico mondo, Bianca Pomeranzi, con un incipit icastico, descrive la criticità della situazione politica, economica e culturale attuale, una fase in cui spesso “gli apparati epistemologici a disposizione del presente appaiono inadeguati” a interpretarlo.
Situazioni simili si sono già presentate nella storia, ma a volte nelle smagliature del flusso degli eventi si è inserito un elemento “imprevisto”, costituito in genere da chi si ribella. Negli anni Settanta l’imprevisto è stato il femminismo, quell’agire politico delle donne che “a partire da sé” hanno provato a cambiare il mondo.
L’autrice ritiene che la fase attuale renda necessaria una riflessione e una restituzione di senso a quanto quelle donne hanno vissuto e costruito. Bianca Pomeranzi è stata una protagonista del femminismo romano e transnazionale, avendo lavorato in ruoli di responsabilità in diverse istituzioni nazionali e internazionali, partecipando alla preparazione degli incontri del femminismo transazionale. Come esperta in politiche di genere presso la Cooperazione allo sviluppo (Ministero degli Affari esteri) ha collaborato all’attuazione della Conferenza di Pechino. Il libro è pertanto una ricostruzione storica narrata in prima persona, con la volontà di lasciare testimonianza di un’esperienza acquisita e metterla a disposizione dei nuovi femminismi.
Da parte dell’autrice si sottolinea la consapevolezza di aver operato in posizione eccentrica, con l’obiettivo di costruire percorsi di liberazione per sé e per le altre, ma anche sapendo “di stare operando all’interno di un dispositivo di governance”. Con uno sguardo ampio che contestualizza sempre le lotte delle donne nella situazione politica internazionale, Pomeranzi ricostruisce l’agire delle donne che ha operato sia attraverso le rappresentanze istituzionali, sia attraverso i movimenti femministi del Nord e del Sud del mondo. L’occasione è stata offerta particolarmente dalle Conferenze internazionali che, da Città del Messico (1975) a Copenaghen (1980) a Nairobi (1985), hanno completato il “Decennio per le donne” indetto dall’Onu per rispondere agli squilibri della decolonizzazione e integrare le donne nello sviluppo economico.
In un panorama internazionale critico e che già corrodeva alle basi la funzione multilaterale dell’Onu si terrà nel 1995 la Conferenza di Pechino, che si conclude con un’importante piattaforma d’azione che mette al centro i temi dell’empowerment delle donne e dell’integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche, gender mainstreaming, concetti che avranno una lunga influenza politica.
L’autrice descrive le differenze e i conflitti di associazioni e movimenti all’interno di queste conferenze, ma soprattutto mette in evidenza l’importanza delle reti internazionali che si crearono in quelle circostanze e il valore della dinamica politica che determinarono in quella fase storica e per il futuro.
L’analisi storico politica di Pomeranzi giunge fino alle gravi criticità dei giorni nostri, ponendosi e ponendoci interrogativi per il domani e sul ruolo che gli attuali femminismi possono ancora svolgere sulla scena globale.