La Giunta regionale dell’Umbria approva il ddl “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”

marini200Sono espresse in 45 articoli suddivisi in VII titoli le linee della Regione Umbria relative alle politiche di genere: in proposito la Giunta regionale, su proposta della presidente Catiuscia Marini (nella foto), ha approvato una proposta di disegno di legge quadro dal titolo, “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”, i cui contenuti saranno illustrati nel pomeriggio di oggi a Foligno nel corso di un incontro – confronto sul tema. Il disegno di legge quadro rientra nell’ambito delle linee programmatiche per il periodo 2010-215, periodo in cui la Regione Umbria ha attribuito al perseguimento della piena parità tra uomo e donna un ruolo centrale della politica regionale da realizzare attraverso la rimozione di ogni ostacolo che si frappone al raggiungimento di una piena parità di genere nella vita sociale, culturale ed economica, assumendo la prospettiva del “mainstreaming” di genere. Questo significa che il principio delle pari opportunità deve essere integrato in tutte le politiche e le azioni della Regione e che tutte le decisioni dovranno essere valutate anche nel loro impatto differenziato sulla vita delle donne e degli uomini.

Tutte queste finalità sono confluite in un disegno di legge quadro che vuole mettere al centro dell’attenzione politica, sociale ed economica la dimensione della relazionalità e dell’interdipendenza, che esclude la violenza e il senso individualistico e proprietario dei rapporti umani e dei rapporti con il vivente, che lega tra di loro gli esseri umani e questi agli altri esseri viventi, alle risorse naturali, produttive e culturali in un’ottica di condivisione delle responsabilità. Tra gli obiettivi della Regione c’è quello di sollecitare l’impegno di tutti, del pubblico e del privato, in una rinnovata, trasparente e fertile alleanza, per un modello di sviluppo giusto e solidale che, superando lo sperpero delle risorse comuni e l’appropriazione di pochi, metta al centro la soddisfazione dei bisogni materiali, culturali e spirituali delle donne e degli uomini di tutte le età nelle loro differenze. Uno sviluppo umano basato sul valore della sobrietà, sul saggio utilizzo delle risorse ambientali, della conoscenza e della ricerca e del patrimonio artistico e culturale della regione. Basato su un’idea ricca della “persona”, colta nella sua complessità multidimensionale e nelle sue differenze, di cui diritti, lavoro e cittadinanza si ripropongono come coordinate decisive.

In questo contesto si inseriscono i contenuti del disegno di legge che, nelle sue disposizioni generali, riconosce il valore della differenza e della libertà femminile e si propone di promuovere nuove forme di convivenza più giuste e rispettose delle differenze. Ciò è possibile favorendo la partecipazione alla fruizione dei beni comuni e promuovendo un modello di sviluppo giusto e solidale. La Regione adotta quindi, il principio della trasversalità delle politiche di genere in tutte le politiche pubbliche regionali con particolare riferimento ai settori dell’istruzione, del lavoro, della formazione, delle attività economiche, del welfare e della sanità.

Questi i principali obiettivi del disegno di legge quadro: promuovere azioni volte ad affermare la libertà e l’autoderminazine delle donne, così come la partecipazione paritaria delle donne e degli uomini nei luoghi di lavoro, l’equilibrio tra l’attività lavorativa e la vita privata e familiare attraverso politiche di conciliazione, promuovere l’occupazione femminile sostenendo anche l’imprenditorialità. Favoriti anche gli interventi per la promozione della salute, per il contrasto alla violenza, le iniziative di valorizzazione e sostegno alle donne migranti. In questo contesto la Regione Umbria coordina le risorse e mette a sistema un programma per promuovere la condivisione e l’attuazione di tale prospettiva presso tutte le amministrazioni locali dell’Umbria, coinvolgendo in tutte le sue articolazioni la società civile, il mondo del lavoro e della cultura per una nuova civiltà di rapporti e di relazioni.

Il titolo III del disegno di legge è particolarmente detagliato e suddiviso in cinque sottotitoli relativi all’istruzione, al lavoro, alla formazione e all’impresa, alla conciliazione e condivisione dei tempi, al diritto alla salute e ai servizi di contrasto alla violenza degli uomini e delle donne.

Relativamente alla conciliazione dei tempi si prevede che la Regioni stipuli accordi territoriali per sperimentare nuovi modelli di organizzazione del lavoro nelle amministrazioni pubbliche e nelle imprese private per favorire la conciliazione tra vita privata e lavoro e promuovere un’equa distribuzione del lavoro di cura tra i sessi. Prevista anche l’istituzione di un Comitato tecnico composto da esperti in materia di progettazione urbana, di analisi e comunicazione sociale e di gestione organizzativa, con compiti consultivi e per la valutazione degli effetti sulle comunità dei piani territoriali degli orari.

Tra le novità anche l’istituzione di un fondo regionale per la conciliazione per finanziare vari interventi e per erogare contributi alla realizzazione di asili nido interaziendali e territoriali, per garantire specifiche forme di sostegno alla maternità per le donne lavoratrici e per il ricorso ai congedi parentali da parte dei padri promossi in sede di accordi contrattuali.

Il capo IV del III titolo è dedicato ai servizi di contrasto alla violenza degli uomini contro le donne anche attraverso la promozione della costituzione di Centri antiviolenza nel territorio di ciascuna provincia la cui istituzione e la localizzazione sarà disposta dai Comuni o le loro forme associative che ne assicureranno anche la gestione in forma singola o mediante convenzioni con altri Enti o Associazioni, cooperative e onlus. Promossa anche la costituzione di almeno una casa rifugio nel territorio regionale: si tratta di un luogo protetto gestito dai Centri antiviolenza dove le donne vittime della violenza maschile sole o con figli minori, sono accolte e protette.
Gli interventi delle Regione Umbria non si limitano però solo alle donne, ma sono previsti anche centri di ascolto per uomini maltrattanti con la finalità di individuare gli ambiti del disagio che danno origine ai comportamenti violenti. Per effettuare un monitoraggio del fenomeno verrà infine istituito presso il centro per le pari opportunità della Regione un osservatorio.

La Regione nelle disposizioni del Titolo IV del “ddl”, promuove e favorisce la presenza delle donne nei luoghi di decisione quindi nella vita politica ed economica, nelle assemblee elettive e nei luoghi di governo, negli enti, negli organismi e in tutti gli incarichi di nomina del Consiglio regionale e della giunta. Inoltre, la Regione nelle nomine di propria competenza, ivi compreso l’affidamento degli incarichi – cita il testo – destina il 50 per cento di presenze alle donne. Prevista anche l’istituzione della rete regionale delle elette quale organismo di promozione e valorizzazione della presenza delle donne nelle istituzioni elettive e nella vita politica regionale.

Per monitorare la condizione economica, sociale e culturale delle donne che vivono e risiedono in Umbria la Regione attraverso l’Agenzia Umbria Ricerche predisporrà annualmente un rapporto annuale che dovrà costituire un supporto per la programmazione delle politiche regionali che saranno supportate anche attraverso l’istituzione di un Comitato tecnico per le politiche di genere.

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