“A raccontare”: Paestum2012 si racconta a Viterbo

di Ornella Cioni

Mercoledì 21 novembre l’ospitale sala della Biblioteca Provinciale di Viterbo ha accolto un attento pubblico, proveniente anche da Roma, per raccogliere l’invito ad ascoltare il racconto sul grande incontro di Paestum e ad aprire anche qui da noi la riflessione sull’evento, che ha richiamato ai primi di ottobre tante donne nella città campana.

pestum1Ha aperto l’incontro Elvira Federici, curatrice della serata, che ha spiegato come il desiderio di condividere un’esperienza stimolante come l’incontro di Paestum sia nata già durante il viaggio di ritorno e ha poi brevemente accennato ai principali esiti della tre giorni: l’efficacia del metodo di lavoro, la presenza significativa di numerose giovani donne, la prevalenza del tema della rappresentanza nella discussione. Ha poi passato la parola a Bia Sarasini, sito DeA e Leggendaria, una delle promotrici dell’incontro di Paestum e curatrice del Blog, www.paestum2012wordpress.com, che continua a raccogliere riflessioni politiche di grande spessore a partire dalla discussione di quei giorni.

Bia Sarasini ha spiegato come l’incontro sia nato dalla convergenza di impegno e di interesse intorno ai temi della politica, del lavoro, della cura del vivere da parte di gruppi di donne anche di diverse città. Ha poi messo a fuoco come nel rapporto con le giovani sia stato espresso apertamente il riconoscimento della continuità con il femminismo, ma anche siano state esplicitate nuove esigenze forti rispetto all’oggi, come sia uscita anche la rabbia e la voglia di cambiare delle giovani donne. Da parte loro è stato posto innanzitutto il tema della precarietà, ma rispetto a questo tema è stata compiuta anche una elaborazione e una mediazione nella possibilità di pensare e condividere il concetto di precarietà non tanto come elemento di soggettività unica delle giovani, ma come elemento intergenerazionale da condividere, se si pensa alla precarietà dei passaggi d’età della vita lunga delle donne che oggi guardano lo stare nel presente. Ha quindi sottolineato l’efficacia che nella discussione di Paestum ha assunto la forma dialogica orizzontale, che ha consentito sia la relazione sia lo scambio anche conflittuale.

pestum2La parola è passata poi a Ornella Cioni, Presidente del Filo di Eloisa, che ha sottolineato come l’incontro di Paestum sia stata l’occasione per riprendere, ritessere insieme a 800 donne i temi, gli argomenti che in questi anni l’Associazione ha cercato di analizzare e di condividere con le donne del proprio territorio: in particolare i temi del lavoro e del precariato, il Doppio sì, la crisi, il welfare e la cura di vivere, ma anche la cittadinanza, la differenza politica e la democrazia paritaria, dunque rappresentazione e rappresentanza.

Gran parte della discussione – ha riferito – si è incentrata proprio sul tema della rappresentanza, che continua ad impegnare anche il dibattito sul sito. A tale proposito ha sintetizzato alcuni interessanti interventi pubblicati, come quello di Paola Melchiori o quello di Paola Zaretti, il quale affronta in particolare una riflessione sulla “Rappresentanza politica della differenza”.

Nell’articolo viene sottolineata la distinzione tra rappresentanza e rappresentazione. La rappresentanza mira a sanare una patente discriminazione attraverso un riequilibrio numerico della presenza femminile nelle istituzioni elettive; la rappresentazione, mira a rendere presente la differenza, a scompaginare l’ordine istituzionale portando al suo interno la politica prodotta nei luoghi delle donne. A questo punto si pongono delle domande cruciali. E’ possibile rendere presente la differenza in un ordine maschile in cui la donna ha accesso solo come soggetto neutro-maschile? Può davvero la politica prodotta nei luoghi delle donne scompaginare le istituzioni? In risposta si è ricordato che c’è il piano del desiderio femminile di essere presenti, di contare di più nei partiti, nei sindacati, nei luoghi di potere. Bisogna ricordare che, per esempio, l’esperienza di Snoq (Se non ora quando), ha preso il via da una critica alla mancanza di efficacia e presenza del femminismo nei luoghi delle decisioni politiche.

Ma già a Paestum le risposte poste in campo sono state diverse. C’è chi come Alessandra Bocchetti ha sostenuto che oggi come oggi un governo senza donne è impresentabile, e non per una questione di equità o di rappresentanza, ma di presenza, di essere presenti e responsabili nelle scelte di governo del Paese dove siamo. Portare l’idea della differenza a governare, ha sostenuto nel suo intervento, significa portare un equilibrio, determinare una forte presenza di opinione pubblica femminile che crei la preoccupazione a chi governa di rendere conto di ciò che fa.

Anche per Marina Terragni la questione del 50 e 50 è una questione più tattica che sostanziale.

C’è chi ha sottolineato il valore e lo spostamento simbolico di ogni battaglia e partecipazione istituzionale.

E c’è l’impegno delle donne di Milano dell’Agora, che ritengono che possa essere una pratica convergente per i gruppi del movimento puntare al dialogo con le donne che stanno nelle istituzioni e analizzare se e come il loro agire metta in discussione il potere. Significativa anche la conclusione di Lia Cigarini che nel suo ultimo intervento ha sostenuto che non c’è necessità di creare reti politiche o altre forme di organizzazione, come era stato proposto da alcune, ma là dove noi siamo e con i mezzi che abbiamo dobbiamo dire pubblicamente ciò che sappiamo di come vogliamo vivere e stare nel lavoro, dobbiamo muovere una critica alla politica maschile unilaterale sia del governo sia delle opposizioni. Soprattutto è necessario sostenere che ciò che diciamo ha un valore “universale”, cioè non è solo delle donne perché se continuano a dire questo le donne rischiano di autoconfinarsi.

211120123248La serata di Viterbo è stata conclusa da Anna Maria Crispino, direttora di Leggendaria, che ha presentato l’ultimo numero della rivista (dedicato all’insolito argomento “Donne al circo”), la cui prima parte mette a fuoco la riflessione dopo Paestum, con stimolanti articoli di Bia Sarasini, Cinzia Romano, Viola Dimoro, Giovanna Pezzuoli e Mariella Gramaglia. Partendo dall’articolo di Gramaglia ha ribadito come a Paestum si sia mostrato che nella recente storia delle donne il passaggio generazionale sia avvenuto senza matricidio. Crispino ha infine abbozzato una sintesi politica sottolineando l’importanza del porsi in modo universale dell’agire politico delle donne e dello stare dentro ciò che siamo e che facciamo con le nostre pratiche. Ha concluso con un appello alle donne a fare in politica un investimento oltre il nostro universo di riferimento.

Commenti

Inviato da Paola Zaretti il 06 dicembre 2012 14:40
Desidero ringraziare Ornella Cioni per l’attenzione mostrata al mio pensiero che continua ad essere impegnato sul tema del rapporto tra rappresentanza e rappresentazione, un tema scottante che mi pare vada ulteriormente indagato e approondito in relazione alla configurazione dell’ordine simbolico.
Un caro saluto a tutte, sperando che, presto o tardi ci si possa incontrare.
Paola Zaretti
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