di Silvia Manciati
Un crampo di tristezza mi prende allo stomaco quando apprendo della morte di Wislawa Szymborska. Come se fosse una di famiglia, una mia amica, una persona cara. Come se nella mia stanza ora manchi la sua presenza; così, all’improvviso. Benché non fosse mai stata nella mia cucina, non si fosse mai poggiata sul davanzale della mia finestra, non abbia mai mangiato seduta al mio tavolo, ha lasciato in qualche modo un vuoto di cui solo ora mi accorgo.
E ricordo.
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